Casa delle Tecnologie Emergenti di Bologna: Guida al futuro tecnologico

Gli interventi salienti all’interno dell’Open Stage Politics in Tech al WMF – We Make Future 2023

11 Luglio 2023

Al WMF – We Make Future, il 17 di giugno abbiamo assistito ad un ricco programma di interventi sulle tematiche delle case delle tecnologie emergenti, con la partecipazione di ospiti provenienti da tutta Italia.

Sul palco dell’Open Stage Politics in Tech, all’interno del palinsesto dell’ultima giornata, abbiamo seguito l’intervento dedicato alla Casa delle Tecnologie Emergenti del Comune di Bologna, con Alberto Gualtieri, Business Developer di BI-REX Competence Center, e Stefano Mineo, Dirigente Responsabile dell’Unità Intermedia Sistemi Informativi del Comune di Bologna.

Ad aprire il dialogo, Stefano Mineo, che ha raccontato come il progetto Casa delle tecnologie emergenti sia stato finanziato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), con l’obiettivo di realizzare un centro di trasferimento tecnologico nel territorio non solo bolognese e circostante, ma che arrivi ad interessare anche l'area di Ravenna, in particolare quella portuale.


Il progetto non è partito da zero, ma ha potuto contare su diverse realtà già esistenti che si occupano di attività similari. L’obiettivo è quello di rafforzarle, estenderle e svilupparle ulteriormente, rientrando così nell’ambito della “
Città della Conoscenza”, una politica dell'amministrazione comunale per l'innovazione del territorio che intende sfruttare e far evolvere l’economia e le conoscenze già in campo per sviluppare servizi innovativi, a partire dalle aziende pubbliche e private già attive. 

CTE punta così a realizzare un sistema diffuso di centri di competenza con una rete di 12 punti: uno presso il Comune di Bologna; gli altri 11 distribuiti in punti strategici. Tutti i centri saranno operativi su ambiti che riguardano il 5G, ma anche la sensoristica, cioè la raccolta dei dati, l'utilizzo dell'intelligenza artificiale, delle tecniche di blockchain e, in generale, tecnologie impiegate all'interno di ambiti strategici che riguardano l'impresa 4.0. In questo modo, sarà possibile innovare i processi aziendali, l’industria delle arti e della cultura, e persino i servizi pubblici urbani: dalla mobilità alla sicurezza, fino all'energia e a tutto quello che può essere implementato per migliorare la fruizione del contesto.

Il progetto è guidato dal Comune di Bologna, soggetto che ha attivato il finanziamento assicurato dal Ministero, insieme a 16 partner che comprendono enti pubblici, imprese private e un operatore Telecom.

Al termine della presentazione di Mineo è intervenuto Alberto Gualtieri, che ha descritto la compagine dei partner, elemento che ha importante valore aggiunto del progetto in quanto le aree di operatività di ciascuno permettono di coprire diversi ambiti.


Gualtieri ci racconta come la scommessa del Comune di Bologna di fare un
progetto esteso su tutta la città metropolitana in collaborazione con il Comune di Ravenna si sia rivelato vincente. In questo modo, è stato possibile uscire dallo schema classico di accentramento, per lavorare su una forma decentralizzata in cui diffondere e valorizzare al meglio ogni tecnologia e, di conseguenza, le singole componenti di ogni area.

Tra i partner, BI-REX seguirà lo sviluppo della competenza tecnologica dell’industria 4.0, sia nei programmi di accelerazione che nei servizi per le imprese, mentre il Creative Hub fornirà supporto per l’ambito culturale. Per quanto riguarda invece servizi urbani innovativi e i programmi di accelerazione, sarà Gellify a fare da traino.

 Gualtieri ha illustrato poi i quattro diversi pacchetti di lavoro principali, ovvero i blocchi di costruzione delle attività della Casa:

1.     Ricerca e sviluppo, da intendersi come sviluppo di applicazioni fondamentali per l'abilitazione e l'adozione delle tecnologie emergenti. Si tratta di un insieme di attività che prevede l'integrazione di tecnologie attualmente esistenti per permettere agli utenti finali di usufruirne, e per implementare servizi basati su quanto verrà sviluppato dai partner della CTE. Verranno customizzate tecnologie abilitanti partendo dalle necessità enunciate dalla città di Bologna, dalla città metropolitana e dal Comune di Ravenna, e saranno sviluppate Proof Of Concept (POC).

2.     Trasferimento tecnologico e servizi per le PMI, con l’obiettivo di facilitare lo scambio di competenze fra le imprese e chi deve effettuare la ricerca, e per stimolare l'adozione delle tecnologie emergenti al fine di poter aumentare il valore aggiunto e la competitività delle imprese sul territorio. Il trasferimento avverrà principalmente attraverso servizi a sportello, ma anche tramite specifiche “Call for testing”.

3.     Incubazione, accelerazione e servizi per le startup. Gellify e AlmaCube saranno leader “tecnici” di queste attività, in quanto verrà sviluppato un programma di accelerazione apposito e una serie di “Call for Ideas” aperta alle startup, con l’obiettivo di risultare attrattivi sia a livello regionale, ma anche nazionale ed europeo.

4.     Ecosystem building e networking, ovvero la realizzazione di eventi e iniziative che permetterà la creazione di un ecosistema attorno alla CTE, in grado di mettere in risalto le attività già presenti sul territorio, e che permetta ai vari attori di combinare gli sforzi per creare un valore aggiunto comune.

Per quanto riguarda i servizi offerti, sono già stati avviati i primi COBO 2 BUSINESS, a seguito delle richieste da parte di alcune imprese che hanno richiesto consulenza presso gli sportelli. Le prossime attività in programma prevedono poi la Call 4 Open Innovation, da luglio a gennaio 2024, il COBO Acceleration Program, che si svolgerà presso gli HUB di CTE, e la Call 4 Testing, per cui le aziende avranno la possibilità di presentare progetti in grado di valorizzare le tecnologie emergenti sui temi verticali di riferimento.

Tra gli eventi di ecosistema, la prima tappa importante è stata proprio il WMF, grazie anche a Search On Media Group, organizzatore della fiera e partner della CTE e, a partire da settembre, inizieranno i COBO 4 Community, eventi di coinvolgimento dei vari attori dell’ecosistema dell'innovazione regionali, nazionali ed internazionali. 

Saranno organizzati diversi Open Innovation Day, con l'obiettivo di mettere in contatto imprese e aziende innovative, fino ad arrivare al COBO Milestone, l’evento di presentazione delle attività svolte, dei progetti sviluppati e delle imprese supportate, prima di chiudere il calendario con il COBO Expo, l’occasione in cui verranno presentati tutti i risultati raggiunti nel corso dei 18 mesi.  

Successivamente, all’interno del panel dal titolo “Open innovation e ingaggio dei territori: l’esperienza delle Case delle Tecnologie Emergenti”, moderato da Mariano Guzzetta, è stato approfondito ulteriormente il tema delle CTE sul territorio italiano, con gli interventi di Angelo Raffaele Cotugno, Assessore ai Lavori Pubblici e alla Tecnologia - CTE Matera CTEMT, Alessandro Bogliolo, Direttore Scientifico - CTE SQUARE Pesaro e professore ordinario di Sistemi di Elaborazione delle Informazioni presso l’Università di Urbino, Federico Fioriti, Direttore della CTE SICURA.


Di particolare interesse, l’intervento di
Giovanna Trombetti, Dirigente Area Sviluppo Economico della Città metropolitana di Bologna, che ha fornito un quadro del futuro di CTE. 

Trombetti ha affermato che la CTE di Bologna, partita l’8 di febbraio, è una casa diffusa, promossa dal Comune di Bologna insieme alla Città metropolitana. Di interessante, vi è il collegamento con il Comune di Ravenna e con una rete di 16 partner, tra cui centri di ricerca, l’Università di Bologna, centri di trasferimento tecnologico, acceleratori e diversi attori dell'ecosistema dell'innovazione, che hanno avuto un ruolo fondamentale in fase di progettazione, ma anche in fase di attuazione.

Trombetti ha sottolineato che, con i tempi ridotti ed un partenariato di così grandi dimensioni, la complessità gestionale è stata e continuerà ad essere notevole, ma grazie alla forte attitudine per il lavoro di squadra dimostrata da tutti i partner, il progetto è stato messo a punto in un mese.

Tra le decisioni chiave che è stato necessario prendere per l’avvio di CTE COBO, vi è stata quella di scegliere i settori verticali che caratterizzano l’industria 4.0: da un lato servizi, accelerazioni e attività di open innovation per il sistema industriale del territorio; dall'altro le industrie culturali e creative, che caratterizzano fortemente le città di Bologna e Ravenna. Tra gli obiettivi, vi è anche quello di aumentare l’efficacia dei servizi urbani.


Per quanto riguarda le attività di open innovation, la responsabilità non è da intendersi concentrata solo su Comuni e Città, ma dovrà essere distribuita sui partner chiave. Occorrerà quindi partire da un’analisi dei bisogni del territorio, con un’attenzione particolare verso l'esterno, per reperire le risposte. La Casa delle Tecnologie Emergenti deve diventare soprattutto uno strumento di attrazione. 

Trombetti è tornata poi a sottolineare che CTE Cobo ha in programma molte attività che si svolgeranno in parallelo una volta superata la fase di partenza, per cui sarà necessaria una forte collaborazione tra tutte le parti per portarle a termine.

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